Hai letto che i sistemi DRM permettono di proteggere il diritto d’autore ma non capisci perché? Scopri cosa significa DRM e ti sarà tutto più chiaro.
Il significato della sigla DRM dovrai pescarlo ancora una volta dall’inglese: questa è l’abbreviazione di Digital Right Management, che sta per “gestione dei diritti digitali”. In realtà il DRM non si riferisce ad una cosa sola, ma è un’insieme di tecniche che vengono usate per proteggere il diritto d’autore su tutti quei contenuti multimediali (video, audio, libri e via dicendo) che vengono diffusi tramite Internet.
Ciò significa in parole spicciole che le case discografiche, le grandi aziende editoriali e chiunque distribuisca materiale multimediale può fare in modo che i suoi contenuti possano essere visti, ascoltati o letti soltanto da chi effettivamente li ha acquistati o noleggiati a pagamento. Per esempio, su iTunes il sistema DRM limita la riproduzione dei brani soltanto ad un certo numero di computer; su Premium Online, invece, uno dei sistemi DRM impedisce che i programmi possano essere scaricati o registrati.
Devo però dirti che in molti ambienti di Internet, soprattutto tra tutti coloro che inneggiano alla libertà dei contenuti, i sistemi DRM vengono visti davvero male: per queste persone infatti tutto ciò che gira su Internet dovrebbe essere gratis ed accessibile a tutti. Il che in un mondo ideale sarebbe davvero molto bello, tuttavia produrre un film, un album, scrivere un libro o altro è qualcosa che richiede lavoro e, di conseguenza, soldi.
Il compito del DRM è proprio quello di garantire a chi distribuisce materiale elettronico, così come agli autori che lo creano, di avere un compenso per i loro prodotti. Non sarebbe giusto approfittare del lavoro di altri senza pagare un euro, a meno che non siano gli stessi autori a distribuire volontariamente (e gratuitamente!) le loro opere.